Archivio eventi
MURATO!
La rassegna costruttiva prodotta e promossa a cura di Radio città Del Capo e Unhip Records, è lieta di presentare il concerto di Peter Murphy.
‘A rare opportunity to see Peter Murphy performing semi-acoustic versions of his music from throughout his illustrious career’, queste le poche righe per presentare in Europa lo Stripped Tour di Peter Murphy, indimenticato frontman dei Bauhaus, ad ottobre al Locomotiv di Bologna.
Dopo lo scioglimento della band di Northampton, Murphy registra ‘The Waking Hour’ con Mick Karn dei Japan nella nuova band Dali’s Car e poi dà il via ad una carriera solista trentennale, iniziata con ‘Should The World Fail To Fall Apart’ (Beggars Banquet,1986) fino a ‘Lion’ (Nettwerk, 2014), prodotto e scritto a quattro mani con Martin ‘Youth’ Glover dei Killing Joke.
Lo ‘Stripped Tour’ rappresenta un’occasione unica per rivivere i momenti più importanti degli anni d’oro del goth-rock e per ascoltare una vera leggenda musicale.
In apertura Dog Byron, che si definisce sia un cantastorie che una Rock Band. Ama i suoni grezzi del Grunge, la profondità del Blues, le melodie Soul. Da mesi è in tour tra Italia, Germania, Olanda, Belgio, Francia. Ha avuto l’onore di seguire artisti come Everlast, Bush, Turin Brakes, Micah P. Hinson, condividendo con loro i palchi più suggestivi d’Europa. Nel 2014 esce “Eleven Craters” (primo full album, dopo un Ep omonimo del 2011): il primo singolo “Cool” sarà per giorni in esclusiva per Rolling Stone; la sua cover di Natural Blues supportata dalla storica pagina americana “The seattle Grunge Scene”; Summer Afternoon Lullaby in Nomination al London Independent Film Festival con il suo video d’animazione; la sua So Keen accompagnerà la fiction Rai “Tutto può Succedere” e il Film Carta Bianca (vincitore del Riff 2013/ Nomination David di Donatello 2014/15). Dog Byron è un’idea di Max Trani.
A questa serata si presenta con il suo nuovo progetto The Three Chord Wonders dove viene accompagnato al contrabbasso dal Londinese Bruno Pannone (di chiare origini italiane) e dall’italianissimo Pietro Ponticelli.
Sono il classico trio Rockabilly drumless. Suoni ruvidi, graffianti e trascinanti. Il repertorio spazia dal Rockabilly Rurale dei primi anni 50 e il Country. La band si ispira a nomi altisonanti quali Marvin Rainwater, Buck Owens, Al Ferrier, Little Jimmy Dickens e ad altri pionieri del genere.Come da tradizione dopo il live in console ,il resident dj Buddy e il guest “Lo Sfregiato”, dj di fama internazionale e gran collezionista. I due dj spazieranno tra il meglio e il peggio del Rhythm and Blues, Rock and Roll, Rockabilly e jive. Sarà faticoso stare fermi.
Dopo 4 anni di tour e due dischi Giovanni Truppi si ferma per un po’; ci sarà qualche incursione di Solopiano per placare le crisi di astinenza ma il progetto è di rivederlo in pieno assetto tra un anno. E allora non resta venire a trovarlo per salutare e accompagnare questo momento, solenne e di passaggio.
Giovanni Truppi è nato a Napoli nel 1981.
Più di cento concerti in meno di due anni sono i numeri del tour del suo ultimo disco, un crescendo esponenziale dovuto soprattutto al passaparola tra pubblico e addetti ai lavori ed al magnetismo dei suoi live, che lo ha portato a calcare con i suoi set in solo voce e chitarra elettrica palchi come il Carroponte (in apertura a Marta Sui Tubi), l’Alcatraz (in apertura a The Zen Circus) o il Primo Maggio di Taranto. Cantante, chitarrista e pianista come pochi, negli anni la musica di Truppi è stata accostata dai critici agli artisti più disparati (da Jeff Buckley a Giorgio Gaber, da Paolo Conte a Lou Reed) probabilmente per cercare di prendere le misure ad un talento compositivo e performativo completamente inedito nel panorama italiano, che non è riconducibile a nessuna ‘scuola’ pur mostrando di averne digerite molte e che fa della trasversalità e della felice convivenza di opposti uno dei propri tratti distintivi. Rock, avanguardia, e canzone d’autore; poesia e ironia, potenza espressiva e leggerezza, complessità e ingenuità sono i poli attraverso i quali si muovono le sue canzoni.
In apertura Lucio Leoni, nato a Roma nel 1981. Fin da piccolo dice di amare la musica, così la madre lo iscrive a una scuola di chitarra classica. A diciassette anni parte per gli Stati Uniti, dove frequenta il penultimo anno di liceo e riscopre l’amore per la musica. Torna a Roma nel 2000 e forma la band di happy rock’n’roll “Yugo in Incognito”. Si laurea in Scienze dello spettacolo alla Sapienza di Roma, con una tesi su “voce e drammaturgia in teatro”, e frequenta il corso di Musica Elettronica del Conservatorio “Licino Refice” di Frosinone. Nel 2005 fonda lo studio di registrazione “Monkey Studio”: si occupa di numerose produzioni, accogliendo un gran numero di artisti. Diventa in tutto e per tutto un sound engineer. Contemporaneamente, inizia a suonare con gli Scolapasta Vintage, eccentrica band indie rock, e fonda, nel 2007, i Meccanica Ferma, sestetto elettroacustico votato alla ricerca. L’esordio come cantautore avviene nel 2011, sotto il nome di Bucho: l’album si chiama “Baracca e Burattini” ed esce solo come musicassetta. Oggi Lucio è direttore artistico dell’etichetta Lapidarie Incisioni. Produce e promuove artisti, spesso più bravi di lui. Nel frattempo, coltiva, con cura e segretezza, la propria musica. A novembre 2015 è uscito il suo ultimo disco “Lorem Ipsum”.
Vieni a festeggiare il “Dia de los Muertos” messicano, la festa di Halloween più pazza che c’è:
♡ 2 Sale ♡ Live ♡ Djset ♡ Tequilas ♡ Bum Bum ♡ Hot Chili ♡ Fiesta ♡ Santa Muerte ♡ Bum Bum Bum ♡
Monster Menù della serata:
SALA GRANDE “TITTY TWISTER”:
apertura porte 21:30.
ore 22:30 THE HANGOVERS live (Grunge Caraibico)
in apertura DOS FLORIS live (Elettronica)
a seguire:
JELLYBOY (Afrodelic, Nu Disco, House),
BANDERAS (Death Disco)
SALA PRIVE’ “SANTANICO PANDEMONIUM”:
MARYLOURDES (Campy, Lazy, Lady Sound) all night long
–> per info sulle maschere e sui premi consultate l’evento facebook!
Dopo il trionfale esordio con Images Du Futur, i Suuns fanno ritorno sulla scena musicale con Hold/Still, pubblicato lo scorso 15 Aprile per Secretly Canadian. Prodotto da John Congleton (St Vincent, The War On Drugs, Sleater-Kinney), il terzo album in studio della band canadese di Montreal è un lavoro enigmatico: le 11 tracce contenute sono psichedeliche, elettroniche e al tempo stesso austere, sensuali e fredde, sempre conservando un perfetto equilibrio e controllo. I Suuns, una delle band protagoniste del Primavera Sound Festival, saranno ospiti al Locomotiv Martedì 1 Novembre
I 65daysofstatic sono una band post rock strumentale nata a Sheffield nel 2001. Il quartetto ha pubblicato sei album e numerosi EP e singoli, sviluppando un suono convincente e molto personale che li ha fatti affermare come una delle band post rock più rilevanti e amate del decennio.
La loro musica li ha portati ovunque, dai circuiti dei club del Nord Europa alle arene e bar nell’America più profonda, dai club ai confini della Siberia a piste di atterraggio, giungle sino all’ Estremo Oriente e all’ Australia. Apparentemente una rock band, i 65DOS hanno anche sviluppato un sano bagaglio di attività extra-curriculari.
Come ad esempio Sleepwalk City alla Galleria Millennium a Sheffield, un’installazione con sedici altoparlanti che unisce l’immaginario satellitare di Google alla fabbricazione di un drone, e che si conclude con una maratona gloriosa di nove spettacoli dal vivo in due notti. Altri progetti recenti includono la musica realizzata attraverso una piattaforma freeware(YrCodeIsBadAndYouShouldFeelBad), il corto sperimentale Oscillator, e la collaborazione con coreagrafi di danza contemporanea.
La band ha anche realizzato la colonna sonora del videogame di Sony “No Man’s Sky”che sarà lanciato nei prossimi mesi.
Wild Light, l’ultimo album realizzato risale al 2013 ed è considerato dalla critica come uno dei migliori album post rock degli ultimi anni.
Hanno scritto su WILD LIGHT:
“… e sul finire del disco, quando la luce entra tutta d’un tratto a illuminare uno dei momenti più catartici e meravigliosi nei dischi di quest’anno… exeunt omnes. Finito. Perfetto.” DROWNED IN SOUND 9/10
“Cos’è il post-rock se non prova a reinventare il futuro? I 65DOS si sono superati. Prisms unisce l’hardcore digitale dei Crystal Castles con la serena complessità strumentale dei Tortoise. La prossima volta che qualcuno vi dice che la guitar music ha finito le idee, indicategli la direzione di Wild Light” NME 8/10
READ MORE:
www.65daysofstatic.com.
https://www.facebook.com/pages/65daysofstatic/59496880675?fref=ts
In apertura i Thought Forms da Bristol, in bilico tra il garage rock più tagliente e lo shoegaze più etereo, e picchi di intensità noise e doom psichedelico.
READ MORE:
https://www.facebook.com/thought.forms.uk/
Il prossimo autunno i transalpini ALCEST e i nipponici MONO uniranno le loro energie in un tour europeo che ha dell’imperdibile: tra shoegaze, post rock e black metal i due gruppi si alterneranno per 4 epiche serate.
ALCEST è un progetto nato nel 1999 da Neige, unico membro fisso della formazione e ispirato alla scuola black metal scandinava. L’evoluzione del gruppo porta a sperimentare negli anni nuove sonorità e a creare un sound nuovo sempre più
improntato sullo shoegaze. Nel 2014 è uscito il loro ultimo lavoro “Shelter”
(Prophecy Productions) prodotto da Birgir dei Sigur Ros e in cui si riconoscono nuove influenze dream pop. Attualmente gli ALCEST sono in studio per realizzare il loro quinto album che dovrebbe uscire prima della fine dell’anno.
I MONO non necessitano di presentazioni con i loro nove album all’attivo di cui uno live con la New York Orchestra sono il sinonimo di rock sperimentale strumentale.
Dopo l’uscita del doppio lavoro “The Last Dawn/Rays of Darkness” nel 2014 la band si è chiusa nell’Electric Audio studio di Chicago con il produttore Steve Albini per finalizzare il decimo album della loro carriera, di cui avremo il piacere di ascoltare degli estratti dal vivo il prossimo autunno.
A grido di “future-is-now drumming”, Makaya McCraven spazia tra generi e stili con una semplicità disarmante mantenendo forti radici nella world music, ma soprattutto nel jazz, vizio di famiglia fin dai tempi del padre Stephen, dietro alla batteria del grande Archie Shepp. Musiche nate dall’immediatezza dei live improvvisati nei locali, eppure compatibili con una fruizione casalinga, individuale, intrattenimento intellettuale e complesso nelle sue ricercate (de)strutturazioni e sperimentazione, su disco come sul palco con musicisti straordinari come Jeff Parker (Tortoise), Marquis Hill, Junius Paul, Josh Abrams (Joan Of Arc) e De’Sean Jones.
“Split Decision” (Chicago Sessions, 2012), il precedente lavoro, è stato ben accolto ricevendo ottime critiche da Chicago Tribune, Jazz Weekly, All About Jazz e raggiungendo la posizione numero 6 per Blaze Radio. Questo album ha rapidamente affermato Makaya come una delle voci principali della scena musicale di Chicago per poi proiettarlo sulla scena nazionale, registrando così collaborazioni importanti come Archie Shepp, Yusef Lateef, Bernie Worrell, Soulive, Samba Mapangala, Charles Neville, Fareed Haque, Marcus Strickland, Tony Monaco, Willie Pickens, Linonel Louke e Bobby Broom.
La selezione musicale pre e post concerto sarà curata da Morra Mc.