Archivio eventi

Mar
9
Gio
SPARTITI @ Locomotiv Club
Mar 9@21:30
A meno di un anno di distanza dalla pubblicazione di “Austerità”, il loro primo album ufficiale uscito sempre su Woodworm Label nel marzo 2016, il duo Spartiti rilascia l’Ep “Servizio d’ordine”, che va a completare il percorso iniziato con il disco d’ esordio. Lo si evince anche dalla copertina, che cita sia Malevic sia Albers nel – vano – tentativo di trovare la quadratura del cerchio. Il sempre curatissimo artwork è ancora una volta opera di Tommaso Belletti (Secret Furry Hole). “Servizio d’ordine” contiene quattro brani e una traccia bonus registrata dal vivo, per oltre mezz’ora di musica, a testimonianza del fatto che gli ultimi tre anni passati insieme a suonare in ogni dove (e pure all’estero in un paio di occasioni) hanno permesso a Spartiti di costruirsi un repertorio davvero consistente e in costante aggiornamento. Un repertorio in cui le narrazioni di Max Collini (voce degli Offlaga Disco Pax) spaziano attraverso periodi storici differenti e talvolta inesplorati, avvolte nelle composizioni di Jukka Reverberi (Giardini di Mirò, CrimeaX e molte altre cose), alle prese con un’arte del suono che sposa, quasi sempre separatamente, chitarre, elettronica e campionamenti di varia natura.
 
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Mar
10
Ven
ROMARE full live band + GO DUGONG @ Locomotiv Club
Mar 10@21:30

ROMARE
La regola numero uno è la curiosità. La regola numero due, la passione. La terza regola è quella del talento. L’inglese Archie Fairhurst, in arte Romare (nome d’arte preso in onore dello scrittore ed artista americano Romare Bearden, famoso per le sue illustrazioni basate sul cut’n’paste), riesce a farle proprie tutt’e tre con una creatività davvero rara. Un background da strumentista (batteria e chitarra), con poi una vera e propria folgorazione per l’arte del turntablism (scoperta trasferendosi a Parigi), fin dal suo esordio nel 2012 con l’EP “Meditations On Afrocentrism” uscito per la Black Acre si è rivelato come uno dei più luminosi talenti espressi dalla scena house.

 
Una grammatica house che lui sviluppa a modo suo: infarcendola di riferimenti colti, di citazioni da altri generi musicali (dalla disco alla musique concrète passando per jazz e blues), di raffinatezze compositive da musicista davvero di alto livello. Nulla di strano che fin da subito artisti come Bonobo, Tiga e Gilles Peterson abbiano inserito la sua musica nei loro dj set, né tantomeno che per il suo LP di debutto si sia mossa una label di enorme prestigio come la Ninja Tune: “Projections”, uscito nel 2015, si guadagna il titolo di album dell’anno da parte della testata Dj Magazine e miete recensioni entusiastiche un po’ dovunque, da Mixmag al Guardian. Tutti stregati da un tocco unico, particolare, pieno di trovate.
 
A fine 2016 arriva il momento della seconda uscita sulla lunga distanza, “Love Songs: Part Two”, che sviluppa un discorso iniziato un paio d’anni prima con l’EP “Love Songs: Part One” costruito su un canovaccio narrativo ed emozionale che parla, con varie sfumature, di sentimenti. La musica si fa più ipnotica, quasi psichedelica in alcuni passaggi, senza però perdere nulla della “felicità da dancefloor” che caratterizza il lavoro di Fairhurst fin dai suoi primissimi esordi. Non si risparmia nulla, a livello di strumentazione: da sintetizzatori vintage a mandolini, dal basso a tastiere di vario genere. Curiosità, passione e talento. Davvero.
 
Un approccio “ultracolorato” che mantiene sia nei dj set (dove comunque è sempre consapevole dell’importanza di saper seguire le “regole del dancefloor”, dando il giusto tempo alla dinamiche ritmiche di crescere e saper “respirare”), sia nei live, dove si diverte a cambiare spesso set up e dove spesso sperimenta soluzioni inusuali, facendosi anche accompagnare da altri musicisti di volta in volta, quando necessario, quando l’ispirazione gli suggerisce che questa è la soluzione migliore. Nulla è routine, nella musica e nella personalità artistica di Romare. E’ davvero bello quando musicisti di questo spessore e con questa attitudine entrano in campo – e fanno la differenza, la fanno davvero.
 
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(INDIAN) FURS
Giulio Fonseca (aka Go Dugong) presenta il suo nuovo progetto (Indian) Furs: una stratificazione di materiale sonoro interamente registrato in India nell’estate del 2016. Dalla dimensione più urbana del Rajasthan alla giungla del Kerala: field recordings, echi, percussioni e animali si mescolano in maniera casuale creando trame sonore ipnotiche e sempre differenti.
 
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Mar
11
Sab
MECNA // SOLD OUT @ Locomotiv Club
Mar 11@20:30

Mecna torna al Locomotiv per presentare il suo nuovo lavoro in studio, “Lungomare Paranoia” (Macro Beats/A1 Entertainment), che arriva a due anni di distanza dal fortunato “Laska”, che l’ha consacrato come una delle voci più originali e uniche della scena musicale italiana.

“Lungomare Paranoia” è un lavoro coraggioso che prende definitivamente le distanze dagli schemi e dalle sonorità che caratterizzano il rap italiano. MECNA ha voluto scavare a fondo nel suo modo di essere, con riflessioni ancora più intime e personali, capaci di parlare a una generazione che guarda con paura al futuro e che si è da subito riconosciuta nei suoi testi confidenziali e diretti.

<<“Lungomare Paranoia” è il disco che ho composto con più libertà, nel senso che non mi sono posto limiti di tematiche e suoni. Sono cresciuto e al mio terzo album ho voluto fare le cose completamente a modo mio, un approccio che comunque ho sempre avuto, ma mai così evidente e deciso come ora. Forse prima non ero così sicuro dei miei mezzi, ma questa volta credo sia arrivato il momento di essere davvero me stesso, senza paura delle critiche, soprattutto in un momento di grande fermento e apertura tra le diverse realtà della scena musicale
italiana.>> MECNA

Come sempre MECNA ha dato massima importanza alla ricerca sonora, cercando formule innovative ed esplorando territori elettronici sempre più sperimentali ed evocati, con la collaborazione di produttori fidati come Iamseife, Lvnar e Alessandro Cianci (sia come compositore e arrangiatore singolo che in coppia con il sound designer Antonio Pagano sotto lo pseudonimo di Drum Machine Drama), beatmaker stimanti della
scena rap come Fid Mella, The Night Skinny e 24SVN, il talento dell’elettronica Godblesscomputers e il giovanissimo producer francese Nude. L’album è stato registrato al Macro Beats Studio da Mirko Filice e Raffaele Giannuzzi, mixato e masterizzato da Gigi Barocco allo Studio 104 di Milano.

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AVANZI DI BALERA @ Locomotiv Club
Mar 11@23:59

E’ una questione di qualità o una formalità?
Si domanda il vecchio saggio.
Noi non ricordiamo più bene.
Molti di voi si stavano già chiedendo.. “ma avanzi? non la fanno più?” – altri ” ma quella festa li, ma si quella dei bigliettini, quand’è che la faranno?” – altri ancora non sanno nemmeno che esistiamo e quindi non si fanno nessuna domanda.
Ma noi, a tutti questi e altri ancora, rispondiamo: et voilà!

AVANZI DI BALERA
Musica che sa di muffa, sudore e luci al neon.

Se i rituali di corteggiamento nei night club moderni ti stancano mentre l’idea di un lento, cheek to cheek, ti stringe il cuore.

Se il ballo di coppia è sempre stato il tuo forte e vai pazzo per quella musica nostalgica fatta di fisarmoniche.

Se il tuo vestito buono riposa incelofanato nell’armadio dall’ultimo matrimonio a cui sei stato invitato. Se non ti fai una messa in piega dal battesimo del figlio di tua sorella.

Se sei un dritto, un duro, un uomo dal whisky facile. Se sei un pupa, una bambola e i tacchi ti slanciano.

Se alla frase “Ricchi premi e cottilon” i tuoi occhi si illuminano.

Torna alle origini, torna alla sala da ballo.

Avanzi di balera, la prima serata che piacerebbe anche a tua nonna.
Avanzi di balera, la prima serata al sapore muffa, sudore e luci al neon.
Avanzi di balera, e poi non dire che non trovi il fidanzato!
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AVANZI DI BALERA

..latin.. mambo.. cha cha..rockn roll tango liscio giri mazurke pizziche tammuriate ballate ballate ballate!!! international muzik from baleras…italian.. italo disco… balkanismo e messicanismo..the wonderful HALL OF DANCE.. la certezza di darvi alle danze e al canto ..

Mar
16
Gio
O.R.k. + VOID OF SLEEP @ Locomotiv Club
Mar 16@21:30

King Crimson + Porcupine Tree + Marta sui tubi + Obake = O.R.k.

Dopo l’esordio “Inflamed Rides”, uscito nel 2015 e molto ben accolto dalla critica europea, e due lunghi tour in Europa e Sud America seguiti nel 2016, gli O.R.k. di Lorenzo Esposito Fornasari (LEF), Carmelo Pipitone, Colin Edwin e Pat Mastelotto tornano con un nuovo album – questa volta per Rare Noise Records – a conferma della solidità di un progetto che non era solo estemporanea superband. I numerosi concerti hanno permesso al gruppo di mettere a fuoco il sound in completa condivisione d’idee e intenti: dunque il nuovo “Soul Of An Octopus” porta in sè il DNA di “Inflamed Rides”, ma risulta molto più potente e intenso già dal primo ascolto. Prodotto dallo stesso LEF, il disco è stato mixato da Marc Urselli (vincitore di 3 Grammies, sound engineer di pezzi da novanta come John Zorn, Lou Reed, Laurie Anderson, Mike Patton e molti altri) ed è stato masterizzato da Michael Fossenkemper al Turtletone Studio di New York. Il magnifico artwork del disco è anche questa volta stato realizzato da Nanà Oktopus Dalla Porta, che ha inventato un nuovo capitolo della immaginifica visione del mondo O.R.k., in questo caso ispirato all’elemento acquatico che fa in parte da filo conduttore anche ai testi dell’album.

La presenza di Pat Mastelotto potrebbe inizialmente indurre gli ascoltatori a fare paragoni con la musica dei King Crimson – ‘Too Numb’ che apre il disco suggerisce similitudini con ‘Discipline’ per alcuni pattern ritmici di contrasto alla voce di Fornasari – o ancora con sonorità legate ai Pink Floyd, come nel caso di ‘Scarlet Water’, ‘Just Another Bad Day’ o in ‘Capture or Reveal’. In realtà la scrittura degli O.R.k. trae linfa da una moltitudine di fonti, coerentemente con gli abbondanti e variegatissimi curriculum musicali dei quattro membri fondatori: dall’opera contemporanea e il metal astratto di Obake per Fornasari, al rock progressivo sinfonico dei Porcupine Tree e una moltitudine di progetti jazz-rock per Colin Edwin, al rock alternativo dei Marta Sui Tubi per Carmelo Pipitone, al prog dei King Crimson e una moltitudine di progetti jazz-rock ed art-rock per Pat Mastelotto. Il collante di questa varietà è dato sia dal range vocale senza limiti di Lorenzo Esposito Fornasari, capace di passare senza soluzione di continuità dai toni quasi operistici di ‘Dirty Rain’ e ‘Till the Sunrise Comes’ a momenti intimistici che potrebbero ricordare Leonard Cohen, come in ‘Heaven Proof House’, che dall’approccio chitarristico innovativo di Carmelo Pipitone, alle chitarre elettriche ma anche e soprattutto alla chitarra acustica, come si evince da ‘Collapsing Hopes’. Il suono del rock a 360 gradi degli O.R.k. di “Soul Of An Octopus” è moderno, energetico e affilato, ed è molto più della somma delle parti in gioco, potente ma sempre cantabile, a breve nuovamente in tour in Europa e Sud America.

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Mar
17
Ven
JESSY LANZA + KEATON @ Locomotiv Club
Mar 17@22:00

JESSY LANZA
Un r’n’b che arriva dal futuro. Un futuro aereo, etereo, pieno di grazia, avvolgente. Ma, quando serve, anche ferocemente affilato. La canadese Jessy Lanza è, semplicemente, una delle gemme più preziose nella scena elettronica contemporanea. Lo è fin dai suoi primissimi esordi, quando ha prestò la voce ad alcune parti di “It’s All True”, il quarto album di studio dei Junior Boys, anno 2011. Da lì con Jeremy Greenspan, uno dei due Junior Boys, si consolida un’intesa artistica intensissima che porta all’esordio di Jessy come solista: l’anno è il 2013, il titolo dell’album è “Pull My Hair Back”, l’etichetta è la prestigiosa Hyperdub (ovvero la label guidata da Kode9 che, tra le varie cose, ha anche rivelato al mondo il talento di Burial), l’applauso di critica e pubblico è unanime e soprattutto oltre ogni previsione – il Guardian arriva a scrivere “la più recente e forse la migliore fra le nuove ‘soul girls’ più eteree”.

Da lì arriva una conferma dietro l’altra, con collaborazioni estemporanee con Caribou, Morgan Geist, Taso, Dj Spinn, e con una resa live sempre calibratissima, in illuminato equilibrio fra grazia ed energia, fra ricami melodici e adamantini ricami di synth e drum machine. Il 2016 è l’anno di “Oh No”: sempre su Hyperdub, sempre creato col piccolo aiuto di Jeremy Greenspan, sempre con un riscontro di pubblica e di critica ad altissimi livelli (da Mixmag ad Uncut passando per NME e The Quietus, le recensioni sono tutte improntate all’entusiasmo), ma anche con la capacità di far evolvere il suo suono su rotte ancora più vaste, esplorando più che nel precedente LP la battuta veloce. Una svolta che si riflette anche nei suoi live show, sempre più innervati di ritmo e carica dinamica senza però perdere nulla della classe “educata” che la ha permesso di diventare una delle voci più interessanti del panorama contemporaneo, in un territorio dove il soul stile Aaliyah o Janet Jackson viene reso astratto ed finisce coll’incontrare in modo erratico le suggestioni emotive alla Cocteau Twins o certe derive geometricamente hip hop, passando per un approccio compositivo iper-contemporaneo e digitalizzato.

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KEATON
KEATON è un progetto di musica elettronica. Dopo la pubblicazione di un EP con il nome Basterd Keaton per Irma Records (2012), il gruppo decide di cambiare direzione: la formazione si sfoltisce, il nome si accorcia e il pop solare e scanzonato lascia spazio a sonorità più cupe e sintetiche. Nei 3 anni successivi, il trio di Bologna produce tutto quello che gli passa per la testa: da remix per l’etichetta Garrincha Dischi a rework per artisti indipendenti, da spot pubblicitari a tunnel tech-house grossi come Creosoto dei Monty Python’s. Passano da riarrangiamenti illegali di famosi pezzi acustici come “Ticking bomb” di Aloe black o “Life in her yet” di Rag’n’Bone Man, a composizioni elettroniche composte tramite animali di piccola taglia quali Op-1 di Teenage Engineering o la serie Volca di Korg. Cultori dell’utilizzo di macchine e strumenti analogici trovano la loro dimensione ideale nel live durante il quale l’improvvisazione si unisce naturalmente alla programmazione. Nel 2016, assieme a Matteo Romagnoli (Garrinsha Dischi), Alberto Guidetti (Lo Stato Sociale) e Frank Agrario, fondano la label elettronica Garrincha Soundsystem. Esce per la stessa, un’Ep a inizio 2016 con due originali un remix e partecipano alle successive release del londinese Aquaphonix e del romano Guxi con due remix. A novembre 2016 esce in anteprima su DLSO “Stare”, singolo che anticipa l’uscita del primo album omonimo KEATON nel febbraio 2017.
 
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Mar
18
Sab
GAZEBO PENGUINS + PHILL REYNOLDS @ Locomotiv Club
Mar 18@21:30
GAZEBO PENGUINS
I Gazebo Penguins sono sempre stati in 3, e ora sono in 4. Hanno fatto uscire due dischi (LEGNA 2011 e RAUDO 2013) che sono stati suonati in più di 250 concerti per tutta Italia. Si dividono tra Correggio e Zocca, e NEBBIA è il loro ultimo lavoro, che uscirà il 03 marzo. Sono sempre stati definiti emo core o post hard core, ma con questo disco stanno spostando i confini del loro genere verso nuove province musicali. Continuano a fare musica perché pensano sia una cosa che gli viene bene, ma soprattutto li fa stare bene. E vorrebbero farlo per tutta la vita.
 
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PHILL REYNOLDS
Phill Reynolds, all’anagrafe Silva Cantele è il chitarrista dei Miss Chain&the Broken Heels e il frontman dei Radio Riot Right Now. Scrive canzoni per voce e chitarra: folk e blues.

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Mar
21
Mar
PAU (NEGRITA) & DJ AM:PM aka DIGITAL MONKEY BEAT djset @ Locomotiv Club
Mar 21@21:30–22:30

Pau – Negrita & Dj Am:Pm aka Digital Monkey Beat DJSET
BIA PILS DJSET
in collaborazione con Heineken Star Serve Nights e HOME FESTIVAL

Mar
22
Mer
GUIDO CATALANO @ Locomotiv Club
Mar 22@21:30
GUIDO CATALANO @ Locomotiv Club | Bologna | Emilia-Romagna | Italia

Guido Catalano, il ritorno del poeta che voleva, ed è riuscito, a diventare una rock star. Vate dall’anima rock, infaticabile pellegrino dei club musicali di tutta Italia, il poeta torinese è pronto a ripartire con il suo trolley per portare in tutta Italia i versi della sua nuova raccolta di poesie Ogni volta che mi baci muore un nazista

Dopo essersi brevemente rigenerato tra i luoghi amici della capitale sabauda, Guido Catalano, il poeta, scrittore e performer torinese più chiacchierato nel nostro Paese, si rimette in marcia per svelare i versi del suo nuovissimo libro di poesie, intitolato “Ogni volta che mi baci muore un nazista” (in uscita il 2 febbraio 2017 per Rizzoli) e farli riecheggiare in tutto lo Stivale con una nuova, lunga, serie di esibizioni live.
Il volume esce a quattro anni di distanza dall’ultima raccolta di poesie firmata da Guido Catalano (Piuttosto che morire m’ammazzo – Miraggi Edizioni, 2013) e segna il ritorno del poeta, dopo un appassionante viaggio nel mondo della prosa, culminato con la pubblicazione del primo e fortunatissimo romanzo “D’amore si muore ma io no” (Rizzoli – 2016).
Nelle oltre 300 pagine di “Ogni volta che mi baci muore un nazista”, Catalano ha raccolto 150 poesie inedite per un nuovo coinvolgente viaggio fatto di dialoghi tra innamorati, indomabili versi, travolgenti emozioni e un pizzico di erotismo. Il tutto restando fedele al suo stile unico, un modo inconfondibile di raccontare l’amore fortemente legato al carattere decisamente sui generis dell’autore torinese: uno che, in fondo, il sogno giovanile di fare la rockstar non lo ha mai del tutto abbandonato anche quando si è innamorato perdutamente della poesia, uno che, perciò, i sentimenti li ha sempre raccontati a modo suo, stravolgendo le regole dei classici reading per trasformarli in veri concerti di parole, sui palchi dei più prestigiosi live club italiani.
Così dopo le 10.000 persone che lo hanno abbracciato nel corso del suo ultimo “Grand Tour”, dopo più di 100 date in tutto lo Stivale (Molise compreso), oltre 2500 poesie lette, 200 ore da poeta live, 34.000 km percorsi, via terra, acqua e aria (quest’ultima se proprio necessario), 30 ore di applausi (tempo effettivo), 50 ore di risate (tempo effettivo), 200 litri di acqua bevuti, 500 brindisi (ma giusto per bagnarsi le labbra), 3 poltrone (utilizzate per rendere più calorosa la scenografia), 2 minuti di silenzio (in ricordo delle due poltrone cadute nel corso del tour), 5000 persone del pubblico che si sono baciate e 30.000 nazisti morti (alcuni ci hanno dato dentro parecchio), Guido Catalano è pronto a ripartire per una nuova e poeticissima avventura attraverso il Belpaese.
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Guido Catalano nasce a Torino alle 8.50 del mattino del 6 febbraio del 1971. A 17 anni decide che vuole diventare una rockstar, più tardi ripiega sulla figura di poeta professionista vivente, che ci sono più posti liberi. Produce sei libri di poesie. Le raccolte Ti Amo Ma Posso Spiegarti e Piuttosto Che Morire M’Ammazzo, edite da Miraggi Edizioni, vendono oltre 30.000 copie. Gli addetti ai lavori affermano: “Non ci crediamo!”. Nell’anno del Grande Gombloddo la lobby dei poeti lo accusa di essere un cabarettista, la loggia dei cabarettisti di essere un poeta, al termine della dura battaglia pronuncia la storica frase: “Anche Montale andava un sacco a capo”. Feroce polemica unilaterale con Cocciante sulla reale opportunità di regalare a Margherita una stella, esponendo così la povera ragazza a radiazioni nucleari letali (Cocciantone non raccoglie, forse mai verrà informato). Dopo una serie infinita di letture pubbliche in tutta Italia, la grande presa di coscienza: “Per essere un poeta son troppo di buon umore”. Nonostante i suoi sorrisi fuori luogo, rimane vittima di un passaparola caino e i suoi versi iniziano a diffondersi sui social, nei bar delle periferie, nei circoli Arci, nelle librerie, sui palchi dei centri sociali, nei festival letterari e anche in quelli musicali. Conquista anche i palchi dei teatri e dei live club più importanti d’Italia e nel frattempo continua a far limonare un sacco, ma proprio un sacco, di persone. Nel febbraio 2016 pubblica per il prestigioso editore Rizzoli, il primo romanzo dell’ultimo dei poeti, D’Amore Si Muore, Ma Io No. Per l’occasione dichiara alla stampa: “Chiedermi di scrivere un romanzo è come chiedere a uno che ha sempre corso i 100 metri di tentare la maratona. Ma io amo le sfide e spero che, crampi a parte, questo libro possa regalarmi anche qualche soddisfazione”.  Parte per il suo Grand Tour, dopo più di cento date e 34.000 km percorsi, scopre il Voltaren® e si ritira a vita solitaria nella sua dimora torinese. Mentre recupera dalle fatiche e dall’acido lattico, dà forma alla sua nuova raccolta Ogni volta che mi baci muore un nazista. A novembre 2016 arriva sugli schermi del 34° Torino Film Festival con la pellicola Sono Guido E Non Guido, un mockumentary, firmato da Alessandro Maria Buonomo per Elianto Film e Fargo Film, che lo vede protagonista assieme al suo alter ego Armando Catalano.

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Mar
23
Gio
EDDA + UBBA @ Locomotiv Club
Mar 23@21:30–22:30

EDDA
Edda nasce artisticamente alla fine degli anni ’80 come cantante dei Ritmo Tribale, storica band seminale nel mondo del rock italiano, con cui ha realizzato sei dischi e centinaia di concerti.
Poi una lunga pausa dalla musica e dalla vita sociale. Una crisi personale, anni difficili, droga, comunità di recupero. Dopo sei album con i Ritmo Tribale e quattro da solista (tre originali e un EP live), EDDA torna con “Graziosa Utopia”, un disco maturo, forte e disperato, denso di suggestioni, spiritualità, provocazioni e amore incondizionato, in uscita il 24 febbraio 2017.

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UBBA
Ubba nasce alla fine degli anni settanta su un iceberg, lo scioglimento del quale obbligherà i suoi genitori a trasferirsi a Bologna. Autore di 6 dischi a nome UBBA + BOND, alterna i vestiti del Musicista/Autore a quelli di Stand Up Comedian nel collettivo La Factory di Renato Tabacchi. Ubba ritiene che Edda, Fabio e Luca siano autori di uno dei pochi gesti artistici attuali che ricorderemo tra 30 anni. Nei concerti di solito suona delle canzoni. Poi, a volte, se il locale è in possesso di un frigorifero capiente, lancia gelati.

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