Archivio eventi
Vapors of MORPHINE è il bellissimo progetto dei membri superstiti della gloriosa band americana. I MORPHINE, formatisi a Cambridge (Massachusetts) sono stati ipionieri del cosiddetto “Low Rock”, e hanno segnato un’ epoca. La band sarà ospite al Locomotiv Club venerdì 11 Novembre 2016.
Mark Sandman, bassista della blues band Treat Her Right, forma a Chicago i Morphine insieme al batterista Jerome Dupree e al sassofonista Dana Colley. Il trio esordisce nel 1992 con l’album “Good”, disco che mette subito in risalto un suono e una concezione musicale tremendamente innovativi. La particolarissima line-up con basso a due corde, batteria e doppio sax sconvolge i canoni del rock per come era stato pensato fino a quel momento, e la band traccia una strada personalissima
che dal secondo lavoro in poi “Cure for pain” procederà con l’ aggiunta del batterista Billy Conway, ex Treat Her Right, e raccogliendo un inatteso successo commerciale.
Mark Sandman muore durante un concerto a Palestrina (Roma) nel luglio 1999, poco dopo aver registrato “The night”. E’ la fine di una brillantissima era musicale.
Ma Dana Colley e Jerome Dupree, recentemente si sono uniti al bassista/cantante Jeremy Lyons per riproporre dal vivo il repertorio di uno dei gruppi più compianti della storia, in un live unico ed assolutamente imperdibile.
Il cantautore toscano, Premio Tenco 2016, in una delle sole due date estive del fortunatissimo tour del disco d’esordio “La Fine dei Vent’anni”
“La fine dei vent’anni” – Sugar – 2016
“La fine dei vent’anni” è la scoperta dell’età adulta. Il racconto della crescita umana e musicale di uno dei più talentuosi artisti italiani.
MOTTA, finalmente, accetta di mettersi a nudo e raccontare se stesso, i suoi affetti, la sua vita e quella della sua famiglia. Lo fa utilizzando un tappeto di suoni e colori vastissimi, impossibili da racchiudere in una definizione. È canzone d’autore, sì, ma è anche pop. Non rinuncia all’impatto e alle asperità del rock, ma guarda in direzioni e mondi diversi.
Non segue un modello preciso, non cerca di rifarsi a una tradizione, preferisce mischiare con orgoglio tutte le sonorità con cui è cresciuto e dare vita a un insieme per certi versi unico e fresco.
La produzione di Riccardo Sinigallia (anche co-autore di alcuni brani) enfatizza e al tempo stesso addolcisce le asperità vocali di MOTTA che nel disco suona, sparsi nei brani, chitarra, basso, batteria, tastiere. A lui, in studio, si aggiungono alcuni dei migliori musicisti su cui una produzione possa contare: Cesare Petulicchio (BSBE – Bud Spencer Blues Explosion), Andrea Ruggiero (Operaja Criminale e mille altri), Laura Arzilli, Lello Arzilli, Andrea Pesce, una leggenda come Giorgio Canali, Maurizio Loffredo, Guglielmo Ridolfo Gagliano (Paolo Benvegnù, Negrita) e Alessandro Alosi (Pan del diavolo).
Un disco solista, quindi, ma tutt’altro che realizzato in isolamento. “La fine dei vent’anni” è il collettivo che si mette a servizio del singolo e dell’arte. Come dovrebbe accadere sempre quando si scopre che diventare adulti è in realtà molto diverso dall’invecchiare.
Amato, chiacchierato, seguito, atteso. Tutto questo e molto altro è DENTE, geniale cantautore che gioca con l’ironia dei gesti e delle parole per prenderti alla sprovvista e farti lo sgambetto ai sentimenti. Il 7 ottobre 2016 è uscito il suo ultimo album “Canzoni per metà” (Pastiglie/Sony Music Entertainment)
Giuseppe Peveri alias DENTE, nasce a Fidenza (PR) nel 1976. Poco più che adolescente, Dente intraprende la sua avventura musicale come chitarrista dei Quic, passando per la band La Spina (con due album all’attivo), per poi intraprendere la carriera solista nel 2006. DENTE ad oggi è uno dei più apprezzati cantautori italiani, un musicista che negli anni ha conquistato un pubblico sempre più numeroso e affezionato riuscendo a imporre il suo personalissimo linguaggio pop dai tratti essenziali e ricercati.
Dopo otto dischi, un ep e diciotto anni di carriera, THE ZEN CIRCUS ha festeggiato la maggiore età con un nuovo grande disco di inediti, “La Terza Guerra Mondiale”, uscito il 23 settembre per La Tempesta Dischi.
“La Terza Guerra Mondiale” è il disco al quale la band ha dedicato più tempo in studio, lavorando su ogni piccolo dettaglio, dalle melodie ai testi, dagli arrangiamenti ai suoni. E’ partita da quaranta provini e ha scremato fino ad arrivare alle dieci canzoni che compongono il disco, fino a quando non ha avuto la sensazione che ognuna avrebbe potuto essere un singolo. “La Terza Guerra Mondiale” è, per questo, il disco più “power pop” di The Zen Circus. Gli arrangiamenti sono fatti esclusivamente di chitarra, basso, batteria e voci: per la prima volta in un disco Zen non ci sono tastiere aggiunte, synth, archi o fiati e, se qualche volta può sembrare, si tratta di chitarre o voci filtrate ed effettate: una scelta volta a poter portare dal vivo il disco nella sua forma originale.
La splendida copertina racconta, in tutta la sua crudeltà, la provocazione lanciata dal Circo Zen col suo nono disco: rapiti dal bisogno di esistere, che il mondo digitale non sa soddisfare, non sappiamo più accorgerci di quello che ci sta attorno.
Una vita dedicata alla musica, in particolare alla propria chitarra acustica, attitudine punk e coerenza alla filosofia DIY. Questo è ciò che accomuna Bob Corn e Setti, oltre alla comune provenienza dalla bassa padana. Gli artisti emiliani saranno ospiti sul palco del Cavaticcio in due concerti distinti, entrambi in solo voce e chitarra.
Aperitivo e aftershow a cura di Moreno Spirogi.
Il ritorno del poeta che voleva, ed è riuscito, a diventare una rock star.
Vate dall’anima rock, infaticabile pellegrino dei club musicali di tutta Italia, il poeta torinese è pronto a ripartire con il suo trolley per portare in tutta Italia i versi della sua nuova raccolta di poesie Ogni volta che mi baci muore un nazista.
Dopo essersi brevemente rigenerato tra i luoghi amici della capitale sabauda, Guido Catalano, il poeta, scrittore e performer torinese più chiacchierato nel nostro Paese, si rimette in marcia per svelare i versi del suo nuovissimo libro di poesie, intitolato Ogni volta che mi baci muore un nazista (in uscita il 2 febbraio 2017 per Rizzoli) e farli riecheggiare in tutto lo Stivale con una nuova, lunga, serie di esibizioni live.
Il volume esce a quattro anni di distanza dall’ultima raccolta di poesie firmata da Guido Catalano (Piuttosto che morire m’ammazzo – Miraggi Edizioni, 2013) e segna il ritorno del poeta, dopo un appassionante viaggio nel mondo della prosa, culminato con la pubblicazione del primo e fortunatissimo romanzo D’amore si muore ma io no (Rizzoli – 2016).
Nelle oltre 300 pagine di Ogni volta che mi baci muore un nazista, Catalano ha raccolto 150 poesie inedite per un nuovo coinvolgente viaggio fatto di dialoghi tra innamorati, indomabili versi, travolgenti emozioni e un pizzico di erotismo. Il tutto restando fedele al suo stile unico, un modo inconfondibile di raccontare l’amore fortemente legato al carattere decisamente sui generis dell’autore torinese: uno che, in fondo, il sogno giovanile di fare la rockstar non lo ha mai del tutto abbandonato anche quando si è innamorato perdutamente della poesia, uno che, perciò, i sentimenti li ha sempre raccontati a modo suo, stravolgendo le regole dei classici reading per trasformarli in veri concerti di parole, sui palchi dei più prestigiosi live club italiani.
Così dopo le 10.000 persone che lo hanno abbracciato nel corso del suo ultimo Grand Tour, dopo più di 100 date in tutto lo Stivale (Molise compreso), oltre 2500 poesie lette, 200 ore da poeta live, 34.000 km percorsi, via terra, acqua e aria (quest’ultima se proprio necessario), 30 ore di applausi (tempo effettivo), 50 ore di risate (tempo effettivo), 200 litri di acqua bevuti, 500 brindisi (ma giusto per bagnarsi le labbra), 3 poltrone (utilizzate per rendere più calorosa la scenografia), 2 minuti di silenzio (in ricordo delle due poltrone cadute nel corso del tour), 5000 persone del pubblico che si sono baciate e 30.000 nazisti morti (alcuni ci hanno dato dentro parecchio), Guido Catalano è pronto a ripartire per una nuova e poeticissima avventura attraverso il Belpaese.
Il 4 febbraio 2017 prenderà il via ufficialmente anche il nuovissimo Ogni volta che mi baci muore un nazista live tour (prevendite disponibili dal 28 novembre sui principali circuiti) nel corso del quale l’autore torinese farà tappa sui palchi che nessun poeta ha mai osato calcare: grandi teatri come il Colosseo di Torino o templi del rock italiano come l’Alcatraz di Milano, dai quali Catalano darà sfogo al suo dolcissimo, caustico, classico, rivoluzionario, amaro, divertente, lucido e surreale modo di raccontare le umane passioni.
Ad attendere il pubblico, uno spettacolo nuovo, fatto di poesie recentissime mischiate con grandi classici, e quella cifra unica, ribelle e rock’n’roll, che ha trasformato Guido Catalano in una vera rarità del panorama italiano: un poeta, anzi un poeta professionista vivente che riesce a vivere di poesia.
Reduce dall’impressionante filotto di Sold Out nel tour invernale e dalla partecipazione al concerto del primo maggio a Roma, la formazione genovese ritorna a Bologna con il 2Marassi Summer Tour”, dove riproporrà l’ultimo disco Marassi ed alcuni must estratti da un repertorio prodotto in 15 anni di carriera.
Dopo lo straordinario successo dell’ultimo album The Epic e l’atteso nuovo lavoro che uscirà il prossimo autunno, torna in Italia Kamasi Washington, sassofonista trentacinquenne di Los Angeles, prodigio della nuova generazione jazz americana, pupillo di Flying Lotus e punta di diamante della sua etichetta Brainfeeder. Tappa imperdibile del suo tour, il BOtanique Festival, giunto alla sua ottava edizione e da sempre fa pulsare il cuore della migliore musica internazionale in un piccolo polmone verde della città.
“He just plays the craziest shit, man. I mean, everything — the past, present, the future. It’s hard to find unique voices in this music. Especially in jazz, more so lately, everybody is trying to do the same shit. I don’t want to hear ‘My Favorite Things’ anymore… What I am hearing is a leader among artists.” FLYING LOTUS
Ascolta “Change of the Guard”: https://youtu.be/
www.kamasiwashington.com
www.facebook.com/kamasiw
www.instagram.com/
https://twitter.com/
I Beach Fossils sono una delle più interessanti e quotate realtà della scena indie rock americana. Si sono formati nel 2009 a Brooklyn, trainando la rinnovata scena underground newyorkese. La band è stata fondata da Dustin Payseur, Jack Doyle Smith e Tommy Davidson.
I Beach Fossils insieme a Mac Demarco e DIIV sono stati tra i nomi di punta della celebre Captured Tracks, questo anche grazie al successo dell’omonimo esordio del 2010 e all’ottimo ‘Clash The Truth’ del 2013. Oltre a Dustin Paysesu, vero deus ex machina della band, nel corso degli anni nei Beach Fossils sono passate figure carismatiche della moderna scena indie americana come John Pena degli Heavenly Beat e Zachary Cole Smith dei DIIV.
Dopo due album e vari Ep i Beach Fossils sono passati su Bayonet Records, label di proprietà dello stesso Dustin Payseur che nel corso degli ultimi anni ha pubblicato artisti di gran qualità come Frankie Cosmos, Jerry Paper, Laced, Lionlimb, Red Sea e Warehouse. Il primo album dei Beach Fossils per Bayonet Records è l’atteso ‘Somersault’, anticipato dai video realizzati per i brani ‘This Year’, ‘Saint Ivy’ e ‘Down The Line’.