Archivio eventi
Il collettivo psichedelico veronese C+C=Maxigross assieme al polistrumentista californiano Miles Cooper Seaton (Akron/Family) si uniscono per un rituale musicale unico e irripetibile che porteranno in giro per l’Italia da fine dicembre 2016 ai primi di febbraio 2017.
Sei musicisti sul palco, due batterie, due chitarre elettriche, basso, synth e una moltitudine di voci e armonie vocali. Un concerto con la musica al centro, lungo anche diverse ore, con brani tratti da “Phases in Exile” di MCS, “Fluttarn” dei C+C=Maxigross, brani inediti e cover, diviso in più parti come i veri show degli anni sessanta.
I concerti saranno l’occasione con cui i Maxigross chiuderanno l’infinito “Fluttarn Tour” (più di 100 concerti da novembre 2015 tra Primavera Sound e il meglio d’Italia) e con cui Seaton proseguirà il suo progetto italiano, dopo la pubblicazione del suo album d’esordio solista “Phases in Exile” in esclusiva internazionale per Trovarobato / Vaggimal lo scorso marzo 2016.
I C+C=Maxigross hanno conosciuto Miles Cooper Seaton alla prima edizione del loro festival sui Monti Lessini “Lessinia Psych Fest” nel giugno 2014, dove il musicista americano fu invitato a suonare un’intensa session notturna in mezzo al bosco. Da allora è nata una forte amicizia poi sfociata in una collaborazione artistica che dopo registrazioni, sessions, concerti e molte esperienze ha portato Miles a vivere in Italia.
Questo tour e le canzoni (definite “Inni”) che si muoveranno con esso parlano proprio di questo. L’instabilità delle nostre vite non dev’essere un limite, ma una presa di coscienza che diventa l’energia che ci spinge a rilanciare sempre più in alto, slacciandoci dalla rigidità del nostro quotidiano.
Il C+C + MCS Sextet Tour 2017 è un rituale collettivo unico e irripetibile a cui siete tutti invitati, dovete solo essere disposti ad entrare in questo nuovo entusiasmante ciclo.
Il sonetto che segue spiega perfettamente il senso di questo tour:
Inni alla nostra natura divina cantati in segreto Sonetti che disegnano la selvaticità nascosta dei nostri istinti Salmi urlati verso il vuoto Attraverso l’oceano, attraverso la stanza dal nostro petto, e dalle nostre dita dall’interno, guardando verso l’esterno, dall’esterno, guardando oltre. Ci raccogliamo in coro coi nostri antenati per ululare inni selvaggi verso il vuoto per spargere semi verso l’ignoto per perderci nel mistero per ritrovare noi stessi negli altri per rivendicare dal margine la nostra nobiltà.
È la prima volta che vieni al 1 HOUR?
Ecco le poche cose che devi sapere su come funziona:
➣ Sul palco vedrete un mega countdown di 60 minuti che inizierà a far scorrere il tempo.
➣ Durante quell’ora ci sarà un’esatta tipologia di musica con un preciso dj set.
➣ Allo scoccare dello zero cambierà tutto e si darà il via ad un’altra festa completamente diversa e delirante.
Questo è #1HOUR, l’unica serata in cui ogni ora ti troverai in una festa diversa con musica diversa ecoreografie diverse.
TUTTO CAMBIERÀ. OGNI ORA!
Due leggende del punk a confronto!
• ALESSANDRO CORTINI presents: AVANTI •
(Nine Inch Nails – Hospital Productions / Important Records)
Opening set: Ra Kunesh
Closing set: Herva, Shinoby, Draft
Alessandro Cortini, maestro della sintesi analogica militante nelle file dei Nine Inch Nails, è uno dei nomi più ammirati dell’elettronica mondiale.
A partire dal 2013 dà voce ai suoi intimi e avvolgenti esperimenti elettronici, sospesi tra droni, ambient e atmosfere industriali. L’anno seguente inizia una serie di release sulla Hospital Productions di Prurient, composta per ora dagli album “Sonno” e “Risveglio”. In entrambi non c’è solo l’artista e la sua strumentazione, ma è presente un terzo elemento: lo spazio, il contesto fisico fatto di aria, di suoni e rumori di fondo, che sporcano e scaldano le sequenze dei sintetizzatori.
La sua ultima opera, “AVANTI”, è un’esperienza malinconica e struggente, in cui i synth di Cortini diventano meditazione attraverso il suono sulle memorie di una vita, sposandosi alla perfezione con le pellicole vintage riprese in Super 8 dalla sua famiglia durante la sua infanzia. Suoni e immagini trasporteranno lo spettatore in un labirinto composto dalle memorie di un passato comune, unito al presente grazie alle espressive interpretazioni sonore, puntando avanti, verso il futuro.
Warm up djset a cura di CRISTIAN ADAMO (Radio Città del Capo)
Classe 1936, chitarrista, compositore, arrangiatore, bandleader e produttore, Ebo Taylor è stato senza dubbio una delle figure centrali nella musica ghanese delle ultime sei decadi ed una leggenda della musica africana in generale.
Già a partire dalla fine degli anni ’50, Taylor è attivo nelle seminali formazioni Highlife, Stargazers e Broadway Dance Band. Nel 1962 porta il suo gruppo d’allora, Black Star Highlife Band, a Londra, dove conosce e collabora con il grande Fela Kuti, incontro che avrebbe cambiato il destino della sua musica (“in seguito divenni militante per la seconda indipendenza sonora della musica africana”).
Di ritorno in Ghana nel 1965 si unisce a Uhuru Dance Band, la band più famosa dell’epoca, per guidarla all’inizio degli anni ’70 in tour in Nigeria e in Africa Occidentale. Nel 1974 da vita alla più innovativa Afro Band degli anni ’70, l’ Apagya Show Band, per cui scrive e arrangia numerosi pezzi celebri tra cui “Tamfo Nyi Ekyir” e“Kweku Ananse” e alla fine degli anni ’ 70 lavora come solista, sviluppando un suono innovativo e personale, registrando brani immortali come “Twer Nyame” “Heaven” e “Come Along” tutti indistintamente segnati da quella combinazione di tradizioni ghanesi, afrobeat, jazz e funk (si ascolti in tal senso la recente retrospettiva Strut a lui dedicata:“Life Stories”). Comincia così a lavorare come produttore, realizzando album per artisti come Pat Thomas e C.K. Mann ed affermandosi come figura di punta della musica africana.
Negli anni ’80 e ’90, tempi difficili per i musicisti ghanesi, Taylor lavora come artista free lance in diversi paesi. Dal 2001 aggiunge inoltre un capitolo accademico alla sua lunga carriera, cominciando ad insegnare chitarra jazz all’Università del Ghana, cosa che gli consente di fare ricerche sulle differenze musicali tra le varie regioni del Ghana. Queste ricerche ispirano moltissimo i suoi lavori più recenti. Nel 2010 le superstar dell’hip hop americano Usher e Ludacris catapultano improvvisamente Ebo Taylor nel firmamento globale grazie al sample del brano Heaven (già immortalato nel 2002 dalla seminale raccolta “Ghana Soundz”). È il detonatore che lo porta a registrare, per la prima volta in 60 anni, un album per il mercato internazionale.
Nel 2011 “Love and Death”, assieme agli Afrobeat Academy, sbanca tutte le classifiche di settore e fa da apripista – un po’ come era successo, sempre su Strut, per Mulatu Astatke – ad una lunga tournèe europea. Segue la pubblicazione di altri album e nel 2014 Ebo riceve il Kwame Nkrumah African Genius Award, consacrandolo a leggenda vivente della musica africana. Nel 2017 Ebo Taylor accompagnato da 8 incredibili musicisti partirà per un lungo tour che toccherà anche l’Italia con tre imperdibili live.
READ MORE:
https://www.facebook.com/
“Considerando che esiste l’infinitamente grande e l’infinitamente piccolo, ogni cosa è al centro dell’Universo.”
Farà tappa a Bologna in occasione del tour di presentazione di “Forze Elastiche” il cantautore Fabio Cinti.
Uscito il 20 settembre il nuovo album “FORZE ELASTICHE”. L’album, prodotto da Paolo Benvegnù, vede la partecipazione di Nada Malanima, The Niro, Massimo Martellotta (Calibro 35), Alessandro Grazian e Giovanna Famulari.
Ritorna sul palco di Bologna una leggenda dell’Hip Hop italiano, un uomo che ha fatto la storia del genere passando attraverso Rapadopa, Sangue Misto, Zero Stress, Casino Royale, Alien Army e molto altro. Questa volta sarà accompaganto da Gianluca Petrella, Antonio Tarantino e Mad Boxes!
READ MORE:
http://www.gruff.it/
Il Circo Zen, da Pisa. Nove album ed un Ep all’attivo, diciotto anni di onorata carriera ed oltre mille concerti. Hanno riportato lo spirito padre del folk e del punk al moderno cantautorato con Andate Tutti Affanculo (2009) un album che li ha consacrati dopo anni di duro lavoro. Il disco – per Rolling Stone fra i migliori 100 album Italiani di tutti i tempi – ha contribuito a definire la nuova generazione della musica italiana degli anni zero. Precedentemente gli Zen hanno collaborato con tre mostri sacri dell’alternative americano come Violent Femmes, Pixies e Talking Heads in Villa Inferno (2008). Si sono costruiti una credibilità condivisibile da pochissimi altri artisti nostrani grazie all’attività live più incessante, urgente e di qualità che si possa immaginare. Hanno confermato e moltiplicato il proprio pubblico con Nati Per Subire (2011) fino a raggiungere la top ten della classifica Fimi/Gfk ed il primo posto di quella generale di iTunes con Canzoni Contro La Natura (2014). Oggi più che mai gli Zen si confermano come una certezza del rock indipendente Italiano, portabandiera indiscutibili della musica libera da vincoli: zero pose, zero hype ma solo tanto, tanto sudore. Questa attitudine è stata premiata nel tempo da un pubblico affezionato e sempre più trans generazionale, che riempie ormai da anni i migliori club e i migliori festival del paese.
Dopo otto dischi, un ep e diciotto anni di carriera, THE ZEN CIRCUS festeggiano la maggiore età con un nuovo grande disco di inediti, “La Terza Guerra Mondiale”, uscito il 23 settembre per La Tempesta Dischi. “La Terza Guerra Mondiale” è il disco al quale hanno dedicato più tempo in studio, lavorando su ogni piccolo dettaglio, dalle melodie ai testi, dagli arrangiamenti ai suoni. Sono partiti da quaranta provini e hanno scremato fino ad arrivare alle dieci canzoni che compongono il disco, fino a quando non hanno avuto la sensazione che ognuna avrebbe potuto essere un singolo. “La Terza Guerra Mondiale” è, per questo, il disco più “power pop” di The Zen Circus. Gli arrangiamenti sono fatti esclusivamente di chitarra, basso, batteria e voci: per la prima volta in un disco Zen non ci sono tastiere aggiunte, synth, archi o fiati e, se qualche volta può sembrare, si tratta di chitarre o voci filtrate ed effettate: una scelta volta a poter portare dal vivo il disco nella sua forma originale. La splendida copertina racconta, in tutta la sua crudeltà, la provocazione lanciata dal Circo Zen col suo nono disco: rapiti dal bisogno di esistere, che il mondo digitale non sa soddisfare, non sappiamo più accorgerci di quello che ci sta attorno.
READ MORE:
https://www.facebook.com/