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A quattro anni dal pluripremiato “In The Silence”,
ÁSGEIR, il compositore e polistrumentista islandese
che ha conquistato il cuore degli appassionati di pop sopraffino e venduto milioni di copie, torna con “Afterglow”.
Prima di trasferirsi a Londra per la registrazione del capitolo conclusivo della trilogia discografica che l’ha già visto calcare l’asse geografico Berlino-Reykjavìk nella realizzazione dei fortunatissimi “7” e “Birth”, Dardust sceglie di ripercorrere per l’ultima volta dal vivo il racconto audiovisivo che l’ha reso indimenticabile sui più famosi palchi internazionali.
Dopo il successo propagatosi in Italia e all’estero per oltre 75 date, dove ha suonato in prestigiosi festival come l’Eurosonic in Olanda, il SXSW in Usa e il Nilüfer Musik Fest in Turchia sbalordendo pubblico ed addetti ai lavori con uno show senza eguali, Dardust oggi è pronto a tornare in scena per uno strepitoso #GranFinale.
Sei i concerti evento che passando da Londra riporteranno in cinque storiche città italiane l’universo musicale del pianista tra i più ascoltati su Spotify con oltre 10 milioni di riproduzioni all’attivo, ultimi appuntamenti per esserne ancora testimoni, in uno splendido ed emozionante #GranFinale, un epico arrivederci prima di una lunga pausa creativa.
Un limone non si nega mai. Oppure sì?
E una catastrofe? La neghereste mai a qualcuno?
Al bando il tempo delle mele e della salvezza. Ormai siamo in piena era di limoni e catastrofi.
Al DOPOFESTIVAL ve li offriamo noi, oppure vi aiutiamo a guadagnarveli.
Come? Dove? Quando? Quanto? Perché? Quante domande. Venite al DOPOFESTIVAL, no? Qua ci sono le risposte (e i limoni)
In consolle:
Teppa Bros (legna indimenticabile from Lo Stato Sociale)
Matteo Costa (autorità del muoviculo from Garrincha Dischi)
L’allestimento:
quelli di BilBolBul
Le chiacchiere al bancone:
quelli di Festival2030
“Questa è la storia della Dannata, la città in cui per sortilegio gli offesi sono grati a chi li offende. La storia della tromba d’aria che viene a distruggerla, la storia che si racconta quando una donna si fa scuro e tempesta per giustizia o per vendetta. La vigilia, la sorte imprevista, i passi di un bastone che ruota nella quiete, il gioco dell’oca della rivolta, il fuoco dello sconfitto deriso e beffato financo dal demonio.
È storia narrata agli angoli delle piazze dalla voce consumata di un vecchio cuntista.
Ed è la paura, il nostro insoddisfatto bisogno di consolazione.” – Cesare Basile.
A quasi due anni di distanza dal precedente “Tu prenditi l’amore che vuoi e non chiederlo più” che è valso una Targa Tenco per il miglior disco dialettale del 2015, ecco tornare Cesare Basile con un nuovo album di storie e canzoni: “U Fujutu su nesci chi fa ?”
Ancora una volta l’autore dà forma e sostanza a un pugno di canzoni che si materializzato immediatamente in altrettanti pugni nello stomaco di chi ascolta.
Ancora una volta la scelta ricade sul dialetto siciliano, che si fa lingua e suono, oscuro e vivo, arcaico e contemporaneo al tempo stesso.
E’ il suono del disco a marcare un fluire musicale totalmente inedito: è un mantra mediterraneo fatto di blues e di musica africana, di brani ipnotici spesso basati su uno solo accordo, di polifonie vocali e di controcanti femminili, di ossessive poliritmie percussive.
Anche questa volta, sul palco con Cesare Basile una formazione molto interessante che vede aggiungersi a Massimo Ferrarotto, Luca Recchia e Simona Norato anche Sara Ardizzoni e Roberta Gulisano.
A due anni di distanza dal celebrato “Come i Carnevali”, seguito dal tributo a Piero Ciampi uscito lo scorso anno, il cantautore livornese Bobo Rondelli torna con il nuovo album in studio dal nome “Anime Storte”, in uscita a ottobre 2017 sulla label The Cage con distribuzione Sony Music Italy.
Rondelli continua a vivere la sua seconda giovinezza artistica e per comporre questo disco si fa ispirare dalla figura delle persone semplici dei giorni nostri, virtualmente ingolfati di amicizie social, ma realmente sempre più soli e alienati. E’ proprio il singolo “Soli”, nelle radio da settembre, ad anticipare l’intero lavoro, seguito da un bellissimo video di Tommy Antonini.
La produzione e gli arrangiamenti sono affidati alle sapienti mani di Andrea Appino (Zen Circus), nel disco anche la partecipazione di Bocephus King e Francesco Pellegrini (Zen Circus).
Bobo Rondelli sarà protagonista di un tour a novembre, a cura di Locusta. Questa la band che lo accompagnerà dal vivo: Fabio Marchiori, Simone Padovani, Stive Lunardi, Valerio Fantozzi e Matteo Pastorelli.
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www.locusta.net
La cantautrice e compositrice americana Julia Holter
arriva in Italia a Dicembre con il suo nuovo lavoro, “In The Same Room”. L’album, che fa parte del progetto “Documents” della Domino Records, è stato registrato nei Rak Studios di Londra dalla Holter e la sua band a pochi giorni di distanza dal suo concerto al Green Man in Galles.
❓COME FUNZIONA 1 HOUR❔
🎉 Sul palco, un maxi countdown di 60 minuti detta la durata di uno specifico e delirante party, al termine del conto alla rovescia una sirena, accompagnata da una cascata di coriandoli, accompagneranno l’inizio della nuova tipologia di festa! 🎉
Tutto cambierà, ogni ora ❗
GUARDA IL VIDEO ☞ https://goo.gl/8atMPJ
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🔊 LINE UP 🔊
(l’ordine lo scoprirete solamente durante la giornata)
🎸 GIOV ( INDIE / ROCK’N’ROLL )
🎺 Internazionale Trash Ribelle ( TRASH )
🏋 Bargeman AKA B47 (HIP-HOP / R’N’B)
🎧 Dj bubble (DANCE / 2000)
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🎯Start h: 23.55 till 05.00
Joe Victor è uno dei gruppi più luminosi e talentuosi della scena indipendente italiana. Il suo sound è la tempesta perfetta tra una scrittura eclettica e l’energia del Foot stompin’ Rock and Roll.
I Joe Victor nascono suonando a Roma e pubblicano nel 2015 il loro primo album, “Blue Call Pink Riot”. Il sound della band è frutto dell’incontro del lato più spirituale del folk americano, del rock anni ’70 e del pop anni ’80. Il risultato è una musica “soulful”, il cui coinvolgimento emotivo esplode letteralmente durante i live, cercando, ad ogni concerto, di riscoprire l’essenza del rock & roll: la musica che si ribellava alle regole sociali ed intellettuali. I Joe Victor, non sono social, non sono sociali, non parlano di “noi”, raccontano di ciò che eravamo e che, forse, ritorniamo ad essere solo all’apice di un concerto.
Le influenze del gruppo sono, fra tanti, Blind Willie Johnson, Blind Willie McTell, Dave Van Ronk, Exuma, Frankie “Zeke” Hart, Skip Spence, Beach Boys, Simon & Garfunkel e James Brown.
A tre anni di distanza dall’acclamato album del 2014 “Luminous”, i The Horrors fanno ritorno sulla scena musicale con “V”, il loro quinto, per l’appunto, album in studio, in uscita il 22 Settembre via Wolftone/Caroline International. Il disco, prodotto da Paul Epworth – già noto per le sue importanti collaborazioni con artisti del calibro di FKA Twigs, Lorde, Rihanna, Adele, London Grammar, Florence and the Machine, Coldplay, U2 e Paul McCartney – è stato anticipato da “Machine”, un singolo dall’andamento ossessivo, dark e industrial che mostra la band pronta a tornare sulla scena con rinnovata energia.
Formatisi nel 2005 dall’incontro tra Faris Badwan, Joshoua Hayward, Tom Cowan, Rhys Webb e Joseph Spurgeon, The Horrors sono uno dei gruppi più cool ed originali del panorama indipendente internazionale. Il loro successo inizia nel 2006: il gruppo esce finalmente dall’underground musicale londinese grazie al particolare video del loro primo singolo, “Sheena Is A Parasite”, diretto da Chris Cunningham (famoso per i video di Aphex Twin e Björk), che vede la partecipazione del premio Oscar Samantha Morton. Nell’agosto 2006 la band guadagna la copertina di NME partecipando poi al NME Rock ‘n’ Roll Riot Tour e, più recentemente, al NME Awards Indie Rock Tour. Il successo del gruppo è dovuto al particolare sound, che sembra ricordare i film dell’orrore della prima metà del ‘900 con una buona dose di ruvidità punk e un pizzico di glamour indie. La loro parabola artistica, tanto camaleontica quanto unitaria e coerente, ha declinato in più forme le possibili mutazioni del pop, ponendosi non tanto come ponte sul passato, ma come autentico specchio dei nostri tempi. “Strange House”, uscito il 5 marzo 2007, è il loro disco d’esordio. Con l’album la band stupisce tutti grazie ad un suono spontaneo che ha messo subito in evidenza l’enorme talento della band, capace come nessun altro di variare tra garage rock, dark, goth e post punk. Con “Primary Colours,” pubblicato il 4 maggio del 2009, i The Horrors cambiano completamente rotta sotto il profilo dello stile e della ricerca sonora, realizzando un disco assolutamente strepitoso, curato in ogni dettaglio, che mette insieme in maniera davvero originale le influenze post punk e shoegaze della band. Prodotto da Geoff Barrow dei Portishead il sound della band si posiziona all’incrocio tra post-punk, psichedelica e krautrock. Con “Skying” (2011) la band cambia ancora una volta look e formula, ma non il risultato, ovvero un altro disco straordinario che li conferma come uno dei migliori gruppi in circolazione, capace di costruire nuove architetture sonore, muovendosi con disinvoltura tra suoni ed influenze diverse. Acclamato dalla stampa internazionale e considerato il loro lavoro migliore, Skying mostra il lato più pop e psychedelico della band. Il 5 maggio 2014 la band pubblica, per XL Recordings, “Luminous”. Contenente i singoli “I See You” e “So now you know”, il lavoro calibra in senso pop la formula psichedelica, shoegaze, wave e cinematica coltivata negli ultimi due lavori. “V” è il quinto album della band ed nuova tappa della loro evoluzione musicale. “È un rischio”, dice Faris Badwan discutendo sul rigido rifiuto della band ad arrestersi. “Ma la vita non è molto divertente senza rischi. È l’antitesi della creatività sapere cosa stai per fare ogni volta”.
Il tastierista Tom Cowan continua: “È naturale, se ti vedi come un artista, progredire e non “giocare al sicuro”.
“Quando abbiamo iniziato”, spiega il bassista Rhys Webb, “avevamo un’idea molto chiara di ciò che volevamo fare, qualcosa il più rumoroso e furioso possibile. E, anche se abbiamo iniziato con questo sound garage punk, avevamo sempre dentro di noi questa voglia di sperimentare ed esplorare”.
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