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MUSICA CHE SA DI MUFFA, SUDORE E LUCI AL NEON
Serate di musica (im)popolare organizzate dall’Associazione F.E.A. per sostenere il Premio Buscaglione.
www.sottoilcielodifred.it
www.xfea.it
Dopo il successo del primo EP “Dagger Paths” (Olde English Spelling Bee/No Pain in Pop, 2010) eletto album dell’anno da FACT Magazine e di “Engravings” (Tri Angle Records, 2013), votato best new music da Pitchfork, Forest Swords torna alla ribalta con il nuovo lavoro: “Compassion”, un viaggio sonoro al limite tra
esaltazione e angoscia, trance ed estasi. Il singolo “The Highest Flood” lascia già intravedere la complessità compositiva e comunicativa del disco: beat cupi si alternano a melodie stratificate e voci eteree, in un mix tra digitale e analogico che lo affianca ad artisti quali Burial e Four Tet. Noto per aver prodotto la colonna sonora del videogioco Assassin’s Creed: Rogue (Ubisoft, 2014), nel 2015 Barnes realizza la soundtrack del corto La Fête (est Finie) in collaborazione con Robert “3D” del Naja dei
Massive Attack,. Alla sua attività come musicista, Barnes affianca quella di graphic designer: è lui stesso a realizzare il design e il packaging dei suoi dischi. Contraddistinto da uno stile unico che si plasma sulla realtà circostante disintegrandola, riassemblandola e dandole nuova linfa, Forest Swords darà prova della sua potenza comunicativa.
“All the elements and styles that Barnes collects like a magnet quickly align toward one unmistakable
musical vision.” (Pitchfork)
In apertura MESSNR
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Formazione Inglese inizialmente fondata dai Cold Cut,
poi ampliatasi negli anni, che fa riferimento per ogni sua release
alla storica label Ninja Tune.
Nonostante i loro 27 anni di carriera questo progetto di DJ FOOD propone una personale rivisitazione audio/video dei lavori più importanti del musicista elettronico più influente degli ultimi 20 anni… Aphex Twin.
Quando il freddo scotterà
Poesia come ribellione, riflessione, sogno, viaggi, musica. Poesia come coscienza, memoria, protesta umana, sociale, politica.
Poesia del male e della rabbia. La poesia nel suo complesso, vita e morte, attesa e ricompensa,come balsamo e conforto. Poesia come amore. Storie e visioni dei due poeti che ci toccano nel profondo quando l’incongruenza ci assale.
– “Idea, perché tanta resistenza a parlare di te fuori dalla poesia?
E’ stata l’ossessione di tutta la tua vita”.
– “Quello che non sta scritto, fugge, sparisce, muore. Solo quello che sta
scritto diventa azione”
– “Lo hai sempre pensato? ”
– “Io scrivo e poi mi leggo, per cercare chi sono”
“L’amore interroga quotidianamente i poeti per farli risalire alla
radice della loro esistenza. E’ come un vuoto freddo che non si
colma mai, ma che nello stesso tempo scotta dentro, chiede
sempre di agire ed essere presenti. Mario e Idea hanno messo
nella sfera dell’amore la loro vita e la poesia è il loro diario
quotidiano. Questa intensità è un tormento ma è soprattutto la
forza che fa essere profondamente uomini anche quando la
storia ci disumanizza e ci distrugge con le ingiustizie e la
violenza come è accaduto a noi in Uruguay. Per questo amiamo i
nostri poeti. Ci hanno detto dove cercare quella speranza che ti
fa superare qualsiasi tortura, qualsiasi umiliazione e qualsiasi
esilio.”
“Quando il freddo scotterà” è una storia d’amore, vissuta da due impiegati che, seppure diversi, iniziano a frequentarsi e a conoscersi nel loro ambiente di lavoro. L’amore li rivela a se stessi e li restituisce pienamente alla vita. L’intreccio è raccontato da quattro attori uruguaiani, che arricchiscono i momenti più intensi della vicenda ricorrendo alla poesia di due poeti molto amati nel loro paese Idea Vilarino e Mario Benedetti. La storia è liberamente tratta dal romanzo in forma di diario La tregua di Mario Benedetti.
Lo spettacolo si colloca nella sezione Latinos del progetto DRAMOPHONE che presenta a Bologna la
sua ottava edizione.
Il debutto europeo di “Quando il freddo scotterà” è previsto il prossimo 11 ottobre al Teatro Pacta di Milano, seguirà una presentazione romana al Teatro di Villa Torlonia e cui seguirà la presentazione Bolognese il 17 ottobre al Locomotive. La produzione, frutto di una cooperazione con importanti artisti uruguaiani, tra cui il celebre Pepe Vàzquez, ha il patrocinio dell’Ambasciata dell’Uruguay in Roma, Lila, Ministerio de Relaciones Exteriores del Uruguay, Ministerio de Educacion y Cultura, Ministerio de Turismo. Il Progetto viene proposto tanto in lingua italiana come in lingua spagnola.
Gli artisti
Pepe Vázquez
Nato in Uruguay nel 1940. Da 1958 ha sviluppato la sua attività artistica ininterrotta e fa parte di diversi gruppi. Dal 1978 al 1983 (durante l’esilio politico) fa parte della COMPAÑÍA NACIONAL DE TEATRO di Costa Rica. Nel 1983 – 84 lavora con il teatro EL GALPÓN in México. Da 1984 (rientra all’Uruguay in processo di democratizzazione dopo la dittatura militare) ad oggi ha continuato a lavorare in più di 120 titoli.
Fu uno dei primi a fare Café Concert in Uruguay e conta più di 150 spettacoli di questo genere teatrale.
Dal 1970 ad oggi partecipa in TV in cicli di teatro sceneggiato e anche in programmi umoristici. Ha lavorato oltre che in URUGUAY, in COSTA RICA – MÉXICO – PANAMA- NICARAGUA – PERU – CILE – CUBA -BOLIVIA -PARAGUAY – ARGENTINA – GERMANIA – STATI UNITI – SPAGNA – PORTOGALLO – SVEZIA. Ha ricevuto numerosi riconoscimenti e premi come migliore attore sia a livello nazionale che internazionale. Nel 2004 è stato convocato come attore stabile del Teatro Nazionale dell’Uruguay. Fulvio Ianneo Drammaturgo, regista, attore italiano. Fondatore a Bologna della Associazione Dramophone. Creatore di numerose produzioni e Co-produzioni a livello internazionale: Austria, Slovenia, Slovacchia, Uruguay, Finlandia, Danimarca, Francia, Stati Uniti. Ha ricevuto riconoscimenti per il suo lavoro artistico in Spagna, Uruguay, Italia e India. Ha creato diretto workshop di teatro a Bogotà, Montevideo, Joensuu, Bangkok, Berlino. Alcuni dei suoi testi sono stati tradotti e rappresentatati in Francia, Austria e Uruguay. Si è formato nella Università di Pisa e Angers (Francia), il Centro di Semiotica Teatrale di Prato e attraverso laboratori tra cui con A. Neiviller, M. Fabbri, L. Berio, T. Guerra e altri. Ha collaborato per alcuni anni con Leo de Berardinis.
Verónica Caissiols Torcello
Uruguaiana di origine italiana. Attrice (teatro, TV, radio, cinema e carnevali). Insegnante (bambini e adolescenti, adlti e persone diversamente abili). Regista; traduttrice e interprete (Spagnolo-Italiano). Ampia formazione nell’universo artistico. Si è presentata in palcoscenici di Uruguay, Stati Uniti, Lituania, Berlíno e molte città italiane. Dal 2009 collabora con il regista italiano Fulvio Ianneo (Teatro Reon; Dramophone Teatro. Bologna). Collabora anche con: Assemblea Teatro di Torino ; Lalage Teatro di Bologna; Sandra Cavallini, Danilo De Summa e Un Ponte tra Culture di Ancona.
Emilio Pigot
Nasce in Uruguay nel 1967.Inizia la sua formazione artistica nella Escuela Integral de Arte Escénico di Imilce Viñas, Studia canto con il maestro.
Alejandro Giaccone. 1995 – Studia come vocalista.presso la Fundación Tango. Dal 1997 ad oggi partecipa a numerose produzioni teatrali e anche televisive.
Ha lavorato con grandi registi della scena uruguaiana.
María Clara Vázquez
Figlia d’arte di grande talento. Laureata nella Escuela Municipal de Arte Dramático nel 1997. Sviluppa la sua carriera come attrice, produttrice e insegnate di formazione vocale. Ha partecipato a diversi spettacoli e insegna in quattro scuole di teatro di Montevideo.
Nato negli Stati Uniti, cresciuto in India ed attualmente residente a Londra. E’ un cammino esistenziale in bilico tra tre continenti quello intrapreso dal talentuoso compositore e percussionista Sarathy Korwar. Dopo aver conseguito nel 2011 una laurea in culture orientali ed africane -con particolare attenzione agli adattamenti ritmici della tradizione popolare indiana- l’abile suonatore di tabla classica e drum-kit si è reso partecipe negli anni a seguire di numerose performance al fianco di grosse firme del panorama jazz internazionale (tra gli altri Karl Berger ed Ingrid Sertso). Tutto ciò ha consentito a Korwar di salire alla ribalta ricevendo ambiti premi musicali -tra i quali il Rajshekhar Parikh Fellowship come promessa del panorama musicale indiano- nonché l’assoluto privilegio di una esibizione al cospetto del Dalai Lama alla Royal Opera House di Londra. Nel 2016, grazie ad una joint venture con la label Ninja Tune, Sarathy fa capolino sul mercato discografico con il suo album d’esordio “Day to day”. Non un debutto improvvisato bensì il frutto di ambiziosi e meticolosi studi sulla contaminazione sonora; dopo aver trascorso un lungo periodo a contatto con la comunità migrante Siddi dell’India meridionale (che partecipa con cori ipnotici ad alcune composizioni del progetto) Korwar rilascia una significativa tracklist di nove brani fondendo la ripetitività dello stile devozionale dei canti sacri, i battiti tribali della poliritmica africana, linguaggio shawili, jazz e persino elettro. Un suggestivo box di atmosfere etno-folk in balia di fede ed improvvisazione, un lento avanzare di ‘giorno in giorno’ tra i raggi di una speranza che si fa largo in un ilare pandemonio strumentale.
POPULOUS
Andrea Mangia aka Populous è un producer e dj salentino che
ha esordito nel 2003 sulla berlinese Morr Music. Autore di jingle televisivi e colonne sonore, sound designer per il web, musei e sfilate di moda. Ha lavorato per Imperial, IKEA, Vogue, Vivienne Westwood, Carhartt, Elie Saab, Nissan, Wired, Skoda etc. Ha prodotto e collaborato, tra gli altri, con Teebs, Clap! Clap!, Dj Khalab, Blue Hawaii, Lukid, John Wizards, Simon Scott/Slowdive, Sun Glitters, Larry Gus, Giardini Di Mirò. Nel 2010 vince il “Premio 2061 – La musica elettronica italiana del futuro”. Nel 2014 pubblica “Night Safari”, album che ha avuto consensi unanimi da parte di critica (Pitchfork, Interview Magazine, XLR8R) e pubblico (con brani regolarmente trasmessi da radio cult come NTS, KEXP, Le Mellotron). Nel 2016 vince il premio di “Miglior artista” all’Italian Quality Music Festivals.
Dopo ‘Night Safari’, disco che ha definitivamente consacrato Populous come uno degli artisti e producer più interessanti a livello internazionale, ora arriva ‘Azulejos’, uscito il 9 giugno per La Tempesta (in Italia) e per Wonderwheel Recordings (nel resto del mondo). L’album è stato interamente composto a Lisbona ed è la sintesi del nuovo viaggio sonoro di Populous, un ponte ideale fra i ritmi sensuali della cumbia sudamericana e l’elettronica europea.
Mixato da Jo Ferliga degli Aucan il disco vanta anche un featuring con Nina Miranda degli Smoke City.
KEATON
Keaton è un progetto di musica elettronica.
Dopo la pubblicazione di un EP con il nome Basterd Keaton per Irma Records (2012), il gruppo decide di cambiare direzione: la formazione si sfoltisce, il nome si accorcia e il pop solare e scanzonato lascia spazio a sonorità più cupe e sintetiche.
Nei 3 anni successivi, il trio di Bologna produce tutto quello che gli passa per la testa: da remix per l’etichetta Garrincha Dischi a rework per artisti indipendenti, da spot pubblicitari a tunnel tech-house grossi come Creosoto dei Monty Python’s. Passano da riarrangiamenti illegali di famosi pezzi acustici come “Ticking bomb” di Aloe black o “Life in her yet” di Rag’n’Bone Man, a composizioni elettroniche composte tramite animali di piccola taglia quali Op-1 di Teenage Engineering o la serie Volca di Korg.
Cultori dell’utilizzo di macchine e strumenti analogici trovano la loro dimensione ideale nel live durante il quale l’improvvisazione si unisce naturalmente alla programmazione.
Nel 2016, assieme a Matteo Romagnoli (Garrinsha Dischi), Alberto Guidetti (Lo Stato Sociale) e Frank Agrario, fondano la label elettronica Garrincha Soundsystem. Esce per la stessa, un’Ep a inizio 2016 con due originali un remix e partecipano alle successive release del londinese Aquaphonix e del romano Guxi con due remix.
A novembre 2016 esce in anteprima su DLSO “Stare”, singolo che anticipa l’uscita del primo album omonimo KEATON nel febbraio 2017.
Stu Larsen è un cantautore come pochi, cresciuto nella piccola cittadina di Dalby, oggi vive alla giornata con la sua valigia: potresti trovarlo nomade nella sua nativa Australia, in Spagna o Giappone, già pronto per ripartire per qualche nuova avventura. Con il suo album di debutto, “Vagabond” (Nettwerk Records/Warner, 2014), Larsen ha fatto conoscere la sua musica a tutti con un tour mondiale lunghissimo, costellato da importanti riscontri e riconoscimenti.
Per l’occasione il cantautore si è avvalso di una collaborazione d’eccezione: l’album è infatti prodotto dall’amico e collega Passenger, al secolo Mike Rosenberg, stella nascente dell’indie con venature folk di cui Larsen ha spesso aperto i concerti negli ultimi tre anni.
Stu Larsen ha in cantiere un nuovo album, Resolute, la cui uscita è prevista il 21 luglio e che lancia con amore un messaggio a tutti i fan: “Vivi semplicemente. Non ti preoccupare degli eccessi. Spero che tutti possano riunirsi intorno a questa music.
Sarà Tim Hart, batteria e voce dei Boy & Bear ad aprire il concerto di Stu Larsen. Oltre alla carriera insieme ai Boy & Bear, Tim Hart ha all’attivo l’album solista Milling In The Wind (2012) ed è attualmente al lavoro su The Narrow Corner, che vedrà la luce nel 2018 e si avvale della collaborazione di Mark Myers (Emma Louise, The Middle East, Timberwolfe) nel ruolo di produttore.
Radwan Ghazi Moumneh e l’artista multimediale Charles-André Coderre tornano in Italia con il progetto Jerusalem In My Heart, il cui secondo album If He Dies, If If If If If If’ è stato concepito nelle duplici case-natale di Montréal e Beirut.
Celebre per i suoi interventi nel ruolo di ingegnere del suono per Matana Roberts (i tre capitoli della saga Coin Coin), Mashrou’ Leila, Ought, Eric Chenaux (con il quale ha anche compost un album collaborative per il piccolo marchio Grapefruit Records Club) e Suuns (il disco in combutta per Secretly Canadian della primavera 2015 rimane ad oggi una delle realizzazioni più fresche di questo anno solare), Moumneh ha avuto mani in pasta in numerosi ambiti negli ultimi anni. Ha accompagnato JIMH di fronte ad un pubblico sbalordito tanto in Canada ed Europe quanto in medio oriente. Nonostante i numerosi progetti e commissioni che li hanno visti protagonisti, il gruppo è saldamente nelle mani di Moumneh – responsabile per tutti i suoni e le composizioni – e Coderre responsabile dei visuals in rigoroso formato 16mm e delle installazioni/proiezioni dal vivo.
Uno dei momenti più alti del disco è nell’apertura di A Granular Buzuk, dove il suono di questo strumento tipico viene processato e campionato dai tagli in tempo reale di Radwan’s. Moumneh continua a sperimentare il suo amore per la tradizione pop Arabica delle audiocassette nella dance in bassa fedeltà di Lau Ridyou Bil Hijaz. C’è poi un sentito omaggio al poeta curdo, recentemente esiliato, Sivan Perwer nel folk scarno e tradizionale di Ta3mani; Ta3meitu. L’album si chiude con il drone creato da un flauto Bansuri (per gentile concessione di Dave Gossage) e dal suono di un delicato numero acustico alternato ai field recordings delle onde del mare registrate su una spiaggia libanese. Disco eccezionale che del gruppo di casa Constellation fa una delle più imprendibili espressioni a cavallo tra canzone politica, rock d’avanguardia e musica etnica.
“Tensione e lirismo, l’inquietudine del caos e la bellezza di un rito e di un ricordo, si incontrano nella musica di Radwan Ghazi Moumneh – metà audio dei JIMH, insieme a quella video che corrisponde al nome di Charles-André Coderre. Profeta di quello che chiama “cannibalismo culturale”, lontano dagli stereotipi della musica etnica e capace di portare l’elettronica e i field recording dentro brani che parlano di esiliati politici, che suonano strumenti della tradizione araba e hanno la forma di una preghiera laica, Moumneh è la scoperta che ha segnato più di tutte il mio 2015” Chiara Colli (Mucchio Selvaggio, Zero)
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